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Venezia, flessione dei traffici ma segnali di ripresa



24 ottobre 2020 - I dati relativi al terzo trimestre confermano la flessione dei traffici 2020 per i porti lagunari: il porto di Venezia perde circa 2 milioni di tonnellate rispetto ai primi 9 mesi del 2019 (-11%), il porto di Chioggia perde nello stesso periodo circa 313 mila tonnellate, dato che equivale a un -33%. Per quanto riguarda lo scalo veneziano, va considerato che una rilevante porzione del traffico perduto è ricollegabile al crollo delle importazioni di carbone (-69,5%), causato dal graduale abbandono da parte del Paese di questa fonte energetica in continuità con i principi stabiliti dalla Strategia Energetica Nazionale. 

Al netto del carbone, infatti, la flessione registrata a Venezia tra gennaio e settembre si attesta su un -7%. A Porto Marghera le rinfuse liquide segnano un -6,8% (-464 mila tonnellate), le rinfuse solide, compreso il carbone, si attestano sul -19,9% (-903 mila tonnellate) e il general cargo registra un -9,7% (-712 mila tonnellate). Tra le voci in positivo, alcuni prodotti alimentari come i mangimi e i semi oleosi che crescono del 3,4%, i prodotti metallurgici che crescono del 6,3% e i prodotti chimici del 3,8%. In calo del 34% il numero delle chiamate, che è stato di 1739 nei primi nove mesi del 2020 rispetto alle 2637 dello stesso periodo del 2019. I contenitori perdono 51 mila TEU (-11,4%). 

In calo del 78,4% il traffico passeggeri dei traghetti (dato comprendente anche il collegamento veloce con la Croazia, al netto del quale il calo sarebbe del -55,2%), mentre il traffico crocieristico è rimasto sostanzialmente fermo quest’anno con 5.653 passeggeri rispetto agli 1,316 milioni dell’anno precedente (-99,5%). 

 A Chioggia risultano azzerate le poche rinfuse liquide, costituite da prodotti chimici, transitate nel porto nel 2019 e in flessione del 9% le rinfuse solide, vera specialità dello scalo, che sono trascinate giù in particolare dai prodotti metallurgici e per l’edilizia (cemento, calce, malta) e che perdono circa 64 mila tonnellate rispetto ai primi tre trimestri 2019. Sempre in questa categoria di merci, però ci sono anche eccezioni, come i prodotti chimici solidi che crescono del 20% raggiungendo le 105 mila tonnellate. In calo del 64,5% anche il general cargo. Le chiamate sono complessivamente 175 rispetto alle 263 dell’anno precedente.

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