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Tornano a correre le forniture campane verso la Russia


24 marzo 2018 - È la Campania la regione apripista del Sud Italia verso la Russia, con una quota export verso il Paese eurasiatico che pesa per il 26,5% sul complessivo realizzato dal Meridione (quasi 314 milioni di euro). Secondo i dati Istat elaborati dall’Associazione Conoscere Eurasia, nel 2017 le vendite campane in Russia hanno infatti superato gli 83 milioni di euro, in aumento del 16,7% rispetto all’anno precedente.

 È quanto emerso ieri a Napoli, in apertura del IV seminario italo russo organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, Roscongress e Forum economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banco di Napoli e Banca Intesa Russia. Un evento per fare il punto non solo sullo stato dei rapporti economici e commerciali tra l’Italia e la Russia nel complesso panorama internazionale ancora segnato da continue tensioni geopolitiche, ma anche per far emergere le ulteriori potenzialità di business sull’asse Napoli-Mosca, a partire dall’agroalimentare e dal turismo.

 E se il tessile campano, simbolo del made in Italy sartoriale in tutto il mondo, è la principale voce delle esportazioni verso la Russia con un valore di quasi 35 milioni di euro (+17%), l’agroalimentare non riesce a superare il valore del 2016 e si ferma a 15,4 milioni di euro. In forte crescita anche altri comparti del settore manifatturiero, seppure ancora poco performanti e influenti sulla quota partenopea dell’export verso la Russia. Tra questi, i mezzi di trasporto con 10,3 milioni di euro (+48,3% sul 2016) e i macchinari e gli apparecchi (7,8 milioni di euro; +76,6%).

Per Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia:
“La Campania può rafforzare ulteriormente il traino dell’internazionalizzazione del Sud verso la Russia. Infatti, i dati elaborati da Conoscere Eurasia evidenziano il grande potenziale inespresso delle eccellenze di questa regione. Agroalimentare e turismo sono sicuramente due leve fondamentali. E se per la prima occorre, forse, diversificare la strategia imprenditoriale rispondendo alla domanda russa con partnership e delocalizzazioni all’insegna del made with Italy, sul turismo servirà sempre di più puntare su una riqualificazione dei servizi e sull’ammodernamento delle strutture ricettive”.

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