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L’Italia riscopra il mare l’unico vero green deal del paese


22 gennaio 2022 - J’accuse del Presidente degli agenti marittimi, Alessandro Santi, alle politiche di pseudo sostenibilità ambientale che ignorano e limitano la principale risorsa del Paese. Il World Economic Forum ha in questi giorni pubblicato il suo report 2022 identificando come primo fattore di rischio per l’economia mondiale nei prossimi 10 anni il mancato raggiungimento degli obiettivi globali sull’ambiente. 
“Nulla di più evidente – afferma Alessandro Santi, Presidente della Federazione italiana degli agenti marittimi (Federagenti) - purtroppo non solo per la complessità degli obiettivi stessi, ma anche a causa degli intrecci geopolitici a cui tali obiettivi sono fatalmente interconnessi. 

Le legittime posizioni ambientaliste, che hanno avuto il merito di portare il green deal al primo punto di attenzione dei governi del mondo, sono purtroppo diventate spesso una spinta per azioni politiche disattente alla sostanza e appunto guidate da facili populismi o consensi. E ciò sta purtroppo accadendo in Italia per quella che è la principale e più concreta “risorsa” nella quale attuare politiche serie di transizione ecologica: il mare”. 
Questo il senso del vero e proprio j’accuse che Santi rivolge alle Istituzioni italiane, che – come era ampiamente prevedibile – hanno compiuto, in buona compagnia con gli altri Paesi europei, una brusca retromarcia in materia di gas naturale (non disponibile), di combustibili fossili (da riutilizzare) e persino di energia nucleare. 
“E il Governo italiano – sottolinea Santi – da un lato si è fatto del green deal un cavallo di battaglia, mettendo in campo un Ministero della transizione ecologica, un Ministero dei trasporti divenuti (e l’aggettivo in questo caso è sostanziale) ‘sostenibili’ e, da qualche giorno, anche un Ministro Plenipotenziario, inviato speciale per il cambiamento climatico in comproprietà tra esteri e transizione ecologica; dall’altro – come Federagenti aveva già evidenziato nella sua assemblea generale di ottobre – si è ignorato che la risposta a gran parte dei problemi di transizione ecologica e di eco-sostenibilità potrebbero essere trovati nel mare, diventato invece per il nostro Paese un vero e proprio convitato di pietra”.

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