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Anav, spostare quota modale dalla mobilità privata al Tpl



2 dicembre 2021 - 
“La vera sfida di sostenibilità e di transizione ecologica è il trasferimento di significative quote modali dalla mobilità privata al trasporto pubblico e alla mobilità collettiva e intermodale. Questo obiettivo, che è ben esplicitato nel PNRR, attraverso le linee di intervento e di investimento a sostegno della mobilità sostenibile, si propone di ottenere uno spostamento di almeno il 10 % del traffico su auto private verso il sistema di trasporto pubblico”.
 Così Anav, spostare quota modale dalla mobilità privata al Tpl
 durante l’assemblea pubblica 

“La transizione ecologica e la mobilità sostenibile: interventi per lo sviluppo del trasporto pubblico locale”, 
le cui conclusioni sono state tracciate dal vice ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Teresa Bellanova. 
“L’anidride carbonica – prosegue Vinella - prodotta in Europa dai trasporti in genere è pari al 29% di quella totale. Osserviamo però che quella prodotta dagli autobus impiegati nel trasporto pubblico locale è pari a meno dello 0,5% di quella totale.
Credo che ogni ragionamento sulla transizione ecologica nel settore debba partire da questo dato inconfutabile e dalla conseguente considerazione che il trasporto pubblico locale debba essere soprattutto valutato come uno strumento per “decarbonizzare” la mobilità privata motorizzata.
Un recente studio ha dimostrato che ogni km aggiuntivo di tpl in campo urbano riduce di 9,41 veicoli-km il trasporto privato, attirando a sé quote di passeggeri, e con un abbattimento delle emissioni di gas serra di oltre un chilo per chilometro percorso”. 
Anav espone poi le linee guida, contenute nel position paper presentato all’assemblea pubblica, per la transizione ecologica, la mobilità sostenibile e lo sviluppo del trasporto pubblico locale: coinvolgimento dei gestori dei servizi di tpl con forme di partenariato pubblico privato in chiave di rafforzamento degli investimenti, attivazione di linee di finanziamento per la realizzazione di autostazioni, incremento del finanziamento pubblico e, in particolare, del Fondo nazionale trasporti.

 La sfida, insomma, secondo l’associazione di Confindustria, si gioca sulla necessità di rendere maggiormente attrattivo il sistema del trasporto pubblico e della mobilità collettiva nel suo complesso, migliorando l’offerta e colmando il gap infrastrutturale esistente, rendendo l’offerta realmente competitiva in termini di comfort di viaggio, capillarità, frequenza, intermodalità e tempi di trasferimento.

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