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Riforme strutturali per rilanciare l’industria metalmeccanica


12 marzo 2021 -

 “Vi sono segnali di svolta, per ora solo parziali, ma è molto significativo che il forte calo della produzione nell’industria metalmeccanica si sia arrestato nell’ultimo trimestre 2021. Per poter avviare la strada della ripresa, ancora di più nell’area metropolitana di Napoli e nel Mezzogiorno, serve accelerare la campagna vaccinale. Solo così si ridurranno le incertezze sui mercati e si uscirà dall’empasse”. 

Lo dichiara Giovanni Abete, Presidente della Sezione Industria Meccatronica di Unione Industriali Napoli, in occasione della pubblicazione dell’indagine congiunturale di Federmeccanica. Tra i dati più rilevanti emersi dall’indagine, figura il calo produttivo medio del 13,4% registrato nel 2020, più accentuato rispetto a quello dell’intero comparto industriale (-10,9%), ma più contenuto al confronto con il crollo avvenuto nel 2009 dopo la crisi dei mutui subprime, allorché la produzione metalmeccanica diminuì di circa 30 punti percentuali.

 Il Presidente Abete sottolinea un’altra condizione fondamentale per assicurare una prospettiva stabile a un nuovo corso di rinascita produttiva.
 “Insieme all’utilizzo accorto delle risorse del Recovery Plan, per ridurre i divari strutturali sociali e territoriali e per favorire la transizione digitale e quella ecologica, bisogna avviare riforme da troppo tempo auspicate: pubblica amministrazione, ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro. Occorre avvicinare i percorsi formativi alle esigenze di profili professionali innovativi e qualificati provenienti dalle imprese. Confermando la direzione di marcia evidenziata con il recente rinnovo contrattuale, in cui è stata realizzata una fondamentale riforma dell’inquadramento, che nei prossimi anni ridefinirà l’identità professionale di milioni di lavoratori”.

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