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Confetra Nord Est sulla situazione del Porto di Venezia

 

1 luglio 2020 - Il Comitato di gestione convocato per approvare il bilancio dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale non si è svolto per la assenza dei rappresentati di Regione Veneto e Comune di Venezia. Ieri, 30 giugno, era l’ultimo giorno utile per la approvazione; la legge prevede che in assenza della approvazione l’Autorità di Sistema Portuale possa essere commissariata. Una eventualità che preoccupa molto gli operatori.

Il presidente di Confetra Nord Est Paolo Salvaro commenta:
 “Quello che temevamo è puntualmente accaduto. La riunione del Comitato di gestione è saltata per l’assenza dei rappresentanti di Comune e Regione e adesso per il Porto di Venezia il futuro è ancora più incerto. Eppure poco più di 4 mesi fa il 13 febbraio scorso in occasione dell’iniziativa “Manifesto per Venezia” tutti avevano promesso responsabilità e attenzione per il Porto che è un asset fondamentale non solo della città, ma di tutto il Nord Est e dell’intera economia italiana.
Evidentemente parole al vento, come tante altre volte ci è capitato di sentire in questi anni. Si apre adesso una fase d’incertezza che come Confetra Nord Est ci preoccupa molto: ci sono interventi importanti che sembravano finalmente sbloccati e che potrebbero nuovamente essere rinviati. Noi ci auguriamo che lo scavo dei canali - ai primi di luglio era previsto l’avvio dei lavori di dragaggio per il Malamocco Marghera, e di dragaggi anche a Chioggia - sia considerato attività di ordinaria amministrazione, e quindi anche nel caso di un commissariamento del Porto, possa essere realizzato ugualmente.
Lo stesso dicasi per l’intervento finanziario a sostegno del salario dei lavoratori delle compagnie portuali, danneggiate dall’emergenza Covid. Ma al di là della contingenza, quello che colpisce, è che per l’ennesima volta il Porto è oggetto di scontri e incertezze che ne minano il futuro, e lo danneggiano anche sul piano dell’immagine nel panorama internazionale. Venezia è ormai il Porto dove da anni non si decide nulla sulle navi da crociera, dove da anni non si fa nulla o quasi per assicurare l’accessibilità nautica, penalizzata anche dal Mose, dove da anni si attende di capire in che luogo scaricare i fanghi dei dragaggi, nemmeno fossero scarti di centrali nucleari.
Tutto questo sulla pelle delle imprese che operano nel e con il porto e dei lavoratori. Senza tenere conto che in un settore dove gli investimenti sono sempre impegnativi e si programmano su tempi medi e lunghi, questa incertezza ha un effetto certo: allontanare le compagnie di navigazione verso luoghi in cui alle parole seguono davvero i fatti”.

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