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Filt-Cgil Fit-Cisl, Uiltrasporti: Governo e armatori intervengano su situazione marittimi


8 Maggio 2020 - I sindacati intervengono con forza sulla drammatica situazione dei marittimi italiani invocando l'intervento immediato di De Micheli e Di Maio per risolvere il problema dei marittimi bloccati a bordo delle navi alle quali è impossibile garantire il ricambio degli equipaggi, inoltre il settore dei lavoratori del mare è investito da un insieme di problemi che stanno esasperando tutta la categoria.

Per via del blocco delle frontiere e dei trasporti internazionali i marittimi restano bloccati sulle navi nelle parti piu' disparate del globo per mancanza di cambio equipaggio o peggio per l'impossibilità di rimpatriare ma a questi vanno sommati nel disagio anche tutti quei marittimi che avrebbero dovuto prendere servizio e non potendo raggiungere l'imbarco restano a casa molto spesso senza paga.

Oltre il danno la beffa: i marittimi costretti a terra vorrebbero approfittare della sosta forzata per rinnovare i certificati obbligatori per lavorare a bordo ma ovviamente i centri di formazione professionale proposti sono chiusi e le autorità competenti non trovano la quadra per autorizzare la formazione a distanza che darebbe un vantaggio a migliaia di lavoratori.

Per quanto riguarda l'aspetto dei cambi di equipaggio oggi i sindacati Filt-Cgil Fit-Cisl, Uiltrasporti sono intervenuti con la seguente nota:
"L'emergenza coronavirus, a causa dello stop ai collegamenti internazionali per i passeggeri, sta obbligando i marittimi a periodi di imbarco più lunghi che li stanno mettendo a dura prova, sia fisica che mentale, considerando la lunga lontananza dalle proprie famiglie. Il Governo e gli armatori non possono ignorare questa situazione e devono agire subito a difesa dei lavoratori". 
Così dichiarano i segretari generali di Filt-Cgil Fit-Cisl, Uiltrasporti, Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia, Claudio Tarlazzi, spiegando che
"durante il lockdown il trasporto marittimo è stato determinante per garantire l'approvvigionamento di medicine, cibo e altri beni di prima necessità, visto che l'85% delle merci viaggia via mare. I marittimi hanno dato e stanno continuando a dare il massimo in condizioni difficili".
 "Ora però - chiedono i tre segretari generali - bisogna occuparsi di loro e dei propri diritti. A bordo delle navi sono circa 200 mila i marittimi bloccati che aspettano di essere sostituiti con altri marittimi in attesa di imbarco. Inoltre a bordo va rafforzato il monitoraggio delle condizioni di salute sia in generale che in relazione al Covid-19. Infine riteniamo che si debba riavviare al più presto il confronto sul rinnovo del contratto nazionale di settore, le cui trattative sono giunte ad uno snodo importante ed apprezzato dalle controparti". 
 "Tutte queste criticità - avvisano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi - se non risolte rapidamente, porteranno tutto il settore a un punto di rottura. Come organizzazioni sindacali confederali vorremmo evitare tutto ciò e per questo, chiediamo agli armatori, oltre all'impegno già profuso per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti, di sviluppare un ulteriore sforzo per risolvere definitivamente una situazione diventata insostenibile per molti marittimi. Nel contempo ai Ministri dei Trasporti e degli Esteri, Paola De Micheli e Luigi Di Maio - chiedono infine i tre segretari generali - ci convochino subito per trovare le migliori soluzioni".

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