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Digitalizzazione e approccio green all’interporto di Padova



28 maggio 2020 - 1.100.000 mq di superficie in proprietà (su complessivi 2 milioni), 310.000 container movimentati e oltre 6.000 treni ogni anno: sono solo alcuni dei numeri dell’Interporto Padova, leader a livello nazionale nell’infrastrutturazione, sviluppo e gestione di piattaforme logistico-intermodali per il trasporto merci. Nato nel 1973, l’Interporto si trova tra vie di comunicazione stradali, ferroviarie e portuali nevralgiche per il Nord-Est italiano e l’Europa: da qui partono e arrivano ogni giorno circa venti treni merci completi, che a cadenza regolare collegano i principali porti nazionali ed europei.

 La missione principale dell’Interporto è quella di sviluppare traffico intermodale, incentivando l’utilizzo del trasporto su rotaia sulle tratte medie e lunghe, in sostituzione del solo trasporto su gomma, che resta invece fondamentale nell’ultimo miglio (50-100 km). Un modello mutuato dai grandi porti del nord Europa come Rotterdam o Amburgo, dove il traffico merci si sviluppa principalmente su ferrovia o per via fluviale, e che permette all’Interporto di Padova di essere tra gli attori protagonisti della svolta green, ponendo al centro della propria strategia imprenditoriale l’investimento in innovazione, infrastrutture, tecnologie e servizi. “L’introduzione di strumenti tecnologici innovativi è per noi un elemento fondamentale per fluidificare le operazioni all’interno dell’Interporto,” commenta Cristiano Ruffini, IT Manager di Interporto Padova. “L’utilizzo del trasporto intermodale prevede per sua natura il coinvolgimento di numerosi soggetti, che è necessario coordinare con la massima efficacia e senza soluzione di continuità. È qui che la tecnologia entra in gioco: senza di essa, ci troveremmo di fronte ad un paradosso, dovendo far fronte a grandi complicazioni burocratiche e vanificando gli sforzi fatti per rendere il trasporto efficiente”. Negli ultimi anni l’Interporto si è dotato di soluzioni all’avanguardia, a cominciare dai gate automatizzati che regolano in modo istantaneo l’ingresso e l’uscita dei mezzi responsabili dell’ultimo miglio, permettendo loro di eseguire l’accesso in tempi rapidi e di conseguenza riducendo notevolmente costi e rilascio di gas inquinanti. Al loro arrivo, gli autisti attraversano un portale dotato di telecamere che rilevano la targa di motrice e rimorchio, il numero dell’unità a bordo e la presenza di merci pericolose, informazioni grazie alle quali il personale dell’Interporto può verificare le operazioni che il mezzo deve svolgere. Una volta espletate alcune semplici pratiche presso chioschi self-service, i mezzi su gomma si dirigono verso l’area del terminal dove saranno serviti dai mezzi di movimentazione, per poi uscire nuovamente dai gate automatici.

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