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Delega per la riforma del codice della strada


2 marzo 2019 - Piena soddisfazione di Confetra (Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri, di una proposta di legge delega per la riforma del Codice della Strada.
 “Per intervenire su un Codice come quello italiano non si può procedere con singole modifiche ma occorre elaborare una legge delega che disegni criteri e principi per una profonda rivisitazione di norme che si sono stratificate in decine di anni”. 
 Il presidente confederale Nereo Marcucci lo aveva sottolineato in occasione dell’audizione del 19 febbraio scorso in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati dove giacciono oggi ben 16 proposte di modifica al Codice.
“Tutto il codice, che è del 1992, risulta oggi stratificato – osserva Confetra - perché negli anni ci sono state solo modifiche e mai una vera riforma, parecchi tentativi tutti falliti. Esempio di stratificazione è il regime sanzionatorio, estremamente vasto e cavilloso”.
 In questi anni la mobilità di merci e passeggeri è cambiata parecchio e Confetra
“ritiene che nel momento in cui si mette mano al Codice occorrerebbe anche avere l’occhio al futuro occupandosi di guida autonoma col platoonig, smart road, smart city”. 
La visione complessiva chiesta da Confetra riguarda anche le modifiche alla disciplina dei trasporti eccezionali e dei tempi di guida e di riposo.
“Con l’approvazione di una proposta di legge delega è stata così accolta la nostra istanza: condividiamo i criteri e i principi di riforma delineati nella legge delega e dichiariamo fin da ora la piena disponibilità a collaborare con il Ministero Infrastrutture e Trasporti e gli altri dicasteri interessati per l’elaborazione del nuovo testo. E’ importante instaurare il dialogo con le associazioni del settore affinché su una materia complessa e sensibile anche ai fini sociali come quella della circolazione stradale ci possa essere il giusto contributo degli operatori che garantiscono la mobilità delle merci” conclude Marcucci.

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