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Porto di Genova – Fiap chiede attenzione a Mit e Governo


23 luglio 2018 - La FIAP – Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali – nelle ultime settimane ha seguito con molta attenzione le trattative e le discussioni emerse tra i vari soggetti coinvolti nella vertenza al Porto di Genova, ritenendo apprezzabile lo sforzo e la dedizione con cui le Associazioni datoriali ed i Sindacati dei lavoratori hanno cercato, purtroppo senza gli esiti sperati, di individuare la soluzione per evitare lo sciopero.

È stato, tuttavia, spiacevole constatare l’esiguo interesse della Politica rispetto ai problemi alquanto gravi e di non poca importanza emersi nel corso della vertenza. “Le molte informazioni ed opinioni sulla situazione creatasi al Porto di Genova, ed in modo specifico rispetto al VTE, veicolate e messe in evidenza tramite gli organi di informazione, ci hanno indotto a svolgere una analisi approfondita dello scenario – spiega Alessandro Peron, Direttore di FIAP. Agli evidenti problemi legati ai ritardi sui tempi di carico e scarico dei container, che si riflettono sulle centinaia di autotrasportatori impegnati nella importante fase intermodale, con il conseguente incremento dei loro costi – criticità che si aggiunge ad altre come il caro gasolio ed il cabotaggio fuorilegge – se ne aggiungono altri legati alla sicurezza ed al rispetto del lavoroaltrui.

Relativamente alla prima criticità citata è nostro parere che il problema non sia stato posto a tutti i soggetti della filiera. Esiste, infatti, una norma sufficientemente chiara che determina un indennizzo al vettore nel caso di ritardi sui tempi di carico e scarico, e che individua, specificatamente, nel “committente” del servizio il referente contrattuale al quale richiedere tale indennizzo. Tra l’altro trattasi di una problematica che non è riconducibile ai soli trasportatori impegnati al Porto di Genova, bensì a tutti quelli coinvolti nelle filiere distributive. Ma come spesso accade, per molte altre leggi – come ad esempio quella sul rispetto dei tempi di pagamento, oppure quella sui bancali – i vettori, essendo parte contrattualmente debole non riescono a far valere i loro diritti con il giusto soggetto, ed a richiedere quanto dovuto.
“È da questa anomalia – specifica Peron – che si muovono le azioni di rivendicazione con l’obiettivo di individuare un altro “chi” può indennizzarli economicamente.” 
È questo l’aspetto estremamente delicato ed importante che emerge dalla vicenda Genova. Leggi realizzate attraverso trattative impegnative e faticose che, poi, vengono sistematicamente disattese e inapplicate. Non solo nella struttura portuale ligure, ma nella stragrande maggioranza degli scenari in cui è coinvolto un trasportatore.

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