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Positivo il giudizio sulla riforma degli appalti

5 ottobre 2016 - E’ stata una valutazione positiva del codice quella che ha espresso ieri mattina Finco, Federazione Industrie, Prodotti, Impianti, Servizi ed Opere specialistiche per le Costruzioni, all’audizione dinanzi alla commissione congiunta 8° lavori pubblici, comunicazioni del Senato e VII ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati (presieduta dal presidente sen. Altiero Matteoli ed alla presenza, tra gli altri, dei relatori del provvedimento sen. Stefano Esposito e on. Raffaella Mariani) sul tema della riforma degli appalti.
“Il giudizio complessivo sulla riforma degli appalti da parte Finco - sostiene il direttore generale, Angelo Artale - non può che essere positivo, tenuto conto dell’ingente e complesso lavoro che è stato svolto anche in istituzionale ascolto dei principali stakeholders del settore. Non siamo tra quanti in questi giorni stigmatizzano il nuovo codice, identificandolo come la principale causa di una supposta paralisi delle gare. E’ comunque necessario un periodo di transizione ed è ragionevole che, in tale periodo, vi possa essere un limitato stallo del numero delle gare (ma non quelle ad esempio Anas, Consip e di progettazione)”. 
Ciò posto, sostiene Finco attraverso i suoi rappresentanti, alcune migliorie e rivisitazioni sono auspicabili. “Una rivisitazione della norma, laddove non rivolta a scardinare i principi che la governano, è ipotizzabile dalla fine del primo anno di applicazione, come previsto nella legge delega, mentre una seconda possibilità di revisione, magari dopo un ulteriore anno, potrebbe essere prevista per una sistemazione definitiva del testo” sostiene Lino setola, presidente della filiera mobilità e sicurezza stradale Finco.

Tra i suggerimenti di Finco, quello della possibilità per le stazioni appaltanti di mettere a gara, per qualche ulteriore mese e fino ad una data certa, i progetti definitivi (integrati dagli elementi essenziali ed indefettibili del progetto esecutivo), rendendo disponibili alle stazioni appaltanti i necessari finanziamenti, ma senza la reintroduzione dell’appalto integrato.

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