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Le associazioni imprenditoriali di Salerno scrivono a Renzi


16 marzo 2016 - Ieri, nella sede istituzionale della Camera di Commercio di Salerno, ha avuto luogo la firma congiunta da parte dei presidenti delle associazioni delle categorie produttive della provincia di Salerno della lettera/documento, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Presidente della Regione Campania, in merito all’accorpamento delle Autorità di Napoli e Salerno.

La lettera/documento (riportata in basso), proposta da Assotutela, è stata condivisa e sostenuta dal Presidente della Camera di Commercio di Salerno e dai Presidenti provinciali di Aies/Ance, Assoagenti, Assospedo, Casartigiani, Cia, Cidec, Cna, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Fai, Unimpresa, Claai, Confagricoltura. Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signor Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Signor Presidente della Regione Campania, appare opportuno precisare in via preliminare che l’azione messa in campo per la tutela e la salvaguardia del futuro del porto di Salerno non è rivolta “contro” altri operatori della filiera dell’economia marittima e men che meno “contro” lo scalo di Napoli, per il quale auspichiamo ogni successo, riconoscendone il ruolo di maggiore porto del Tirreno.

Allo stesso modo, però - non potendosi confutare nel merito l’obiettiva inutilità dell’accorpamento del porto di Salerno con quello di Napoli - non si può svilire il ragionamento configurando le tesi di chi esprime il proprio dissenso come manifestazioni di difesa del campanile o come esplicazioni di provincialismo. Nessuno ha saputo dimostrare sul campo più del porto di Salerno e dei suoi operatori la capacità di intercettare i flussi dell’economia globale: una faccenda così complessa e così importante per il futuro delle comunità interessate non merita superficialità di giudizio.

La netta contrarietà all’accorpamento dell’Autorità Portuale di Salerno con quella di Napoli nasce innanzitutto dalla certezza che tale provvedimento non ha nulla a che vedere con la soluzione dei problemi veri della portualità italiana. Né ha alcuna fondatezza la tesi secondo cui l'accorpamento di alcune Autorità possa determinare la crescita dei traffici portuali in Italia, né tanto meno che possa consentire economie di scala, premessa di una maggiore capacità competitiva.

I singoli porti resteranno - è ovvio - fisicamente separati e la competitività andrà ricercata in ciascuno di essi, in modo direttamente proporzionale al livello di efficienza che ogni singolo scalo è in grado di mettere in campo. Salerno sta combattendo una battaglia per il libero mercato, la libera concorrenza, la libertà d’impresa, per il merito imprenditoriale, contro una visione che questa prospettiva vorrebbe soffocare. Non possiamo, quindi, che ribadire la nostra contrarietà ad un accorpamento inutile e dannoso.

È una contrarietà che noi, in quanto campani, condividiamo, perché mantenere due Autorità è ciò che renderebbe più forte la nostra Regione proprio sul fronte della portualità. Non si comprende per quale reale motivo - mentre la Liguria, la Puglia, la Sicilia ne mantengono due autonome - la Campania debba essere depotenziata, con la cancellazione dell’Autorithy del Porto di Salerno: si badi bene non un porto "minore", ma il sesto porto d’Italia per merci varie movimentate (con 13 milioni di tonnellate), di ruolo nazionale ed internazionale ben maggiore di tanti altri porti "salvati". In base a questo complesso di valutazioni ci corre l’obbligo di evidenziare le incongruenze sostanziali del provvedimento governativo:
A. assoluta inutilità dell’accorpamento rispetto alla soluzione dei problemi della portualità del Paese B. irragionevolezza della soppressione di ciò che funziona molto bene;
C. irrilevanza dell’accorpamento rispetto alla competitività del porti;
D. perdita della capacità di Salerno di gestire il proprio futuro portuale a causa del trasferimento della responsabilità decisionale all’Autorità di Napoli inerente le competenze in merito a:
1. piano di investimenti;
2. adozione del piano regolatore;
3. individuazione della destinazione funzionale delle aree;
4. indirizzo, programmazione, coordinamento, regolazione, promozione e controllo delle operazioni e servizi portuali.

L’auspicio che le categorie produttive della provincia di Salerno - coese e compatte - esprimono è che si possa, quindi, giungere al termine del percorso parlamentare del provvedimento varato lo scorso 21 gennaio ad una soluzione che non intacchi minimamente l’autonomia gestionale ed operativa dello scalo di Salerno, non privandolo dell’Autorità Portuale attualmente in essere. Certi che comprenderete lo spirito costruttivo e collaborativo con il quale si è proceduto alla condivisione del presente documento, l’occasione è gradita per porgere cordiali e deferenti saluti.

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