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Trieste ed i servizi tecnico-nautici: professionalità

5 gennaio 2016 - Rimorchiatori, piloti ed ormeggiatori sono stati i protagonisti della conviviale tenutasi il 3 febbraio scorso al Propeller Club di Trieste, durante la quale è stato presentato un libro costato ben 15 anni di ricerche: “D. Tripcovich & C – Storia ed operazioni del Dipartimento Salvataggi”. Il primo intervento di Paolo Flegar (co-autore assieme a Nereo Castelli) è servito proprio ad illustrare il lavoro nascosto dietro un volume che resterà tra i punti fermi nella storia della marineria di Trieste. Del resto, come sosteneva Tripcovich, "La marina è il primo fattore per l'economia di una nazione, ovunque essa traffichi". Al secondo dei relatori, Alberto Cattaruzza (amministratore delegato di Tripmare spa) il compito di allacciarsi all'attualità per illustrare il servizio rimorchiatori che attualmente opera nel Porto di Trieste, fresco vincitore della gara attivata dalla Capitaneria di Porto. Circa 1.300 navi rimorchiate ogni anno, una presenza all'isola del Giglio nell'operazione Concordia ed una serie di servizi ambientali tra i fiori all'occhiello di una società ben legata al passato, ma con un presente fatto di enormi investimenti per restare al passo con l'evolversi della tecnologia. Di questo ha parlato anche il Capo dei Piloti di Trieste, Franco Tonelli, partendo dalla gloriosa storia dei “pratici di mare”. Oggi l'attività dei Piloti, oltre a quella principale della manovra delle navi nelle acque portuali, è fatta anche di simulazioni di manovre delle navi sempre più grandi che arrivano anche a Trieste. Con le prove dal vivo, si riescono a definire le condizioni meteo massime per la manovra sicura delle stesse navi, mentre nuovi investimenti per essere operativi anche con avverse condizioni meteomarine e l'aggiornamento della formazione puntano a migliorare ancora sicurezza e professionalità. Gli ha fatto eco Giorgio Regolin in rappresentanza degli Ormeggiatori, un'attività poco alle luci della ribalta ma sempre più coinvolta nella sicurezza e nella gestione degli scali italiani. Del resto non può essere un caso – come ha ricordato il comandante della Capitaneria di Porto di Monfalcone, Pasquale Di Gioia, ospite della conviviale ed anche in rappresentanza del Comandante della Direzione Marittima di Trieste C.V. Goffredo Bon, – se il ministro Del Rio ha recentemente indicato proprio i Servizi tecnico-nautici dei Porti come una di quelle parti d'Italia che funziona e che piace agli italiani. In precedenza aveva parlato Fabrizio Pertot, imprenditore triestino e presidente della Guardia costiera ausiliaria del Friuli Venezia Giulia, associazione Onlus da lui stesso definita una "Protezione civile sul mare". L'associazione, peraltro, è anche proprietaria di uno dei simboli della marineria triestina, il pontone Ursus per il quale si discute da anni di un recupero ad uso turistico e didattico. A questo proposito il presidente del Propeller triestino, Fabrizio Zerbini, ha rilanciato la proposta di un vero e proprio Polo del mare nell'area del Porto Vecchio di Trieste, dove collocare anche l'Acquario in corso di progettazione, un sommergibile e lo stesso Ursus, sull'esempio di quanto già fatto, con notevole successo, a Genova. “Mi fa piacere sottolineare – ha concluso il presidente Zerbini al termine della serata – come oggi siano emersi con forza il grande orgoglio, la passione e l'attaccamento al lavoro dei rappresentanti di tutte le categorie che contribuiscono in maniera determinante allo svolgimento di tutte le attività portuali”.

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