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L’alimentazione elettrica alle navi da banchina


È approdata a Livorno lunedì scorso, ormeggiando nel cuore del porto passeggeri, ha effettuato tutti i test preliminari del caso e, ieri mattina, 12 novembre alle 11.30, la fregata Carlo Bergamini ha finalmente spento i motori, facendosi alimentare attraverso l’energia elettrica fornita da terra.

Esperimento riuscito: il sistema di elettrificazione della Calata Sgarallino (banchina di solito riservata alle love boat di taglia media) ha funzionato perfettamente e ha consentito alla nave messa a disposizione dalla Marina Militare di prelevare energia dalla rete grazie ad una sottostazione elettrica installata dentro l’ex Silos Granari e per la quale l’Enel Distribuzione ha predisposto una fornitura di energia elettrica di 7 mila Kw.

Il sistema di elettrificazione, il primo ad essere testato con successo in Italia, è abbastanza complesso e collega questa sottostazione (che converte l’elettricità della rete nella frequenza appropriata richiesta a bordo) a tre terminal posizionati a ciglio banchina. Ce ne sono tre perché a seconda del punto di attracco della nave, o della posizione della spina di attacco a bordo della stessa (in prua, poppa, o nel mezzo), può essere preferibile usare un punto di collegamento piuttosto che un altro.

 Ognuno di questi terminali è in grado di poter essere collegato all’impianto a bordo nave attraverso un sistema mobile su gomma dotato di una prolunga elettrica che può arrivare ad una lunghezza di 65 metri. Una volta all’interno della nave, la linea a media tensione viene connessa al quadro elettrico di ricezione. L’impianto, che ha una potenza erogabile fino a 12 MW, una tensione di alimentazione compresa tra i 6.600 e gli 11.000 Volt e una frequenza di 50/60 Hz, è costato 3,5 mln di euro e ha ricevuto specifici cofinanziamenti da parte del Ministero dell’Ambiente (60%) e della Regione Toscana (20%).

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