“Grandi navi da crociera nella laguna di Venezia: decidere e decidere subito”. A scendere in campo dopo le polemiche che si sono susseguite negli ultimi giorni nonché la recente sentenza del Tar Veneto che rende percorribile solo la soluzione del nuovo canale Tresse Est-Vittorio Emanuele, è nuovamente l’Associazione agenti marittimi del Veneto che, per voce del suo presidente Alessandro Santi, ha denunciato lo “stallo istituzionale” che sta di fatto privando il porto e la città di una delle più importanti risorse economiche. “Il vero problema – afferma il presidente - è che ad oggi nessuna risposta a livello nazionale è stata fornita agli armatori e agli operatori del settore con una conseguenza ben più grave dei già ingenti danni economici: l’immagine del nostro Paese, che viene amplificata a livello mondiale da un mercato così sensibile come quello delle crociere, è quella di uno Stato incapace di compiere scelte strategiche di lungo periodo; le scelte impegnative, e talvolta a rischio di impopolarità, sono puntualmente sacrificate sull’altare di un facile consenso. La cancellazione di Venezia e dell’Adriatico dai circuiti crocieristici più importanti ed esclusivi – prosegue Santi – è ormai una certezza; paradossalmente l’esclusione delle navi più grandi, e quindi meno moderne, sta facendo di Venezia un approdo privilegiato di mezzi spesso datati e sicuramente di minore appeal per una clientela sempre più esigente.” Da queste considerazioni deriva la decisione degli agenti marittimi di Venezia, in stretto coordinamento con la Federazione nazionale di categoria, Federagenti, di lanciare un ennesimo appello al Governo, affinché vengano individuate scelte strategiche mature in tempi brevi, e contemporaneamente vengano riviste le limitazioni tecniche in vigore: “Vanno applicate – conclude Santi - norme ragionevoli per il periodo transitorio (fino alla realizzazione di una via di transito alternativa al bacino di San Marco), traguardando prioritariamente la qualità del traffico navale e non inseguendo falsi obiettivi di sicurezza solo strumentalmente ricondotti alla dimensione delle navi da crociera” .
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Agenti marittimi: appello al governo per le grandi navi a Venezia
“Grandi navi da crociera nella laguna di Venezia: decidere e decidere subito”. A scendere in campo dopo le polemiche che si sono susseguite negli ultimi giorni nonché la recente sentenza del Tar Veneto che rende percorribile solo la soluzione del nuovo canale Tresse Est-Vittorio Emanuele, è nuovamente l’Associazione agenti marittimi del Veneto che, per voce del suo presidente Alessandro Santi, ha denunciato lo “stallo istituzionale” che sta di fatto privando il porto e la città di una delle più importanti risorse economiche. “Il vero problema – afferma il presidente - è che ad oggi nessuna risposta a livello nazionale è stata fornita agli armatori e agli operatori del settore con una conseguenza ben più grave dei già ingenti danni economici: l’immagine del nostro Paese, che viene amplificata a livello mondiale da un mercato così sensibile come quello delle crociere, è quella di uno Stato incapace di compiere scelte strategiche di lungo periodo; le scelte impegnative, e talvolta a rischio di impopolarità, sono puntualmente sacrificate sull’altare di un facile consenso. La cancellazione di Venezia e dell’Adriatico dai circuiti crocieristici più importanti ed esclusivi – prosegue Santi – è ormai una certezza; paradossalmente l’esclusione delle navi più grandi, e quindi meno moderne, sta facendo di Venezia un approdo privilegiato di mezzi spesso datati e sicuramente di minore appeal per una clientela sempre più esigente.” Da queste considerazioni deriva la decisione degli agenti marittimi di Venezia, in stretto coordinamento con la Federazione nazionale di categoria, Federagenti, di lanciare un ennesimo appello al Governo, affinché vengano individuate scelte strategiche mature in tempi brevi, e contemporaneamente vengano riviste le limitazioni tecniche in vigore: “Vanno applicate – conclude Santi - norme ragionevoli per il periodo transitorio (fino alla realizzazione di una via di transito alternativa al bacino di San Marco), traguardando prioritariamente la qualità del traffico navale e non inseguendo falsi obiettivi di sicurezza solo strumentalmente ricondotti alla dimensione delle navi da crociera” .
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