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Protesti e fallimenti in provincia di Salerno - I semestre 2014

Calano sensibilmente i titoli protestati in provincia di Salerno nei primi mesi del 2014: gli assegni scoperti si riducono del 33% in numero e del 39% in valore. Restano però alte le aperture di fallimento. Questo in estrema sintesi quanto emerge dall’analisi condotta della Camera di Commercio di Salerno, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Economico Provinciale, su dati  Infocamere-Unioncamere relativi al I semestre del 2014.
Nel periodo gennaio-maggio 2014 in provincia di Salerno sono stati protestati 14.614 titoli di credito per un volume complessivo di oltre 26,8 milioni di euro, con un importo medio pari a 1.838 euro per titolo protestato. Rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, i protesti
sono diminuiti complessivamente sia nel numero (-24,6%) che negli importi (-38,5%), a differenza dell’andamento registrato nel corso del 2013 che aveva evidenziato una contrazione degli insoluti solo in termini di numero, ma non di importo complessivo (erano nel 2013 diminuiti come numero del 9% ed aumentati nel valore del 16,8%, con un conseguente aumento nell’importo medio).
 La contrazione dei protesti salernitani rispecchia l’analoga tendenza rilevata a livello nazionale (dato Italia: -24,5% numero e -36,2% valore complessivo), determinato dalle incertezze del momento economico che producono una riduzione nelle transazioni commerciali, associata da un lato, ad una maggiore cautela di consumatori e imprese ad assumere impegni economici e, dall’altra, ad una maggiore sfiducia da parte dei potenziali creditori ad accettare pagamenti con titoli di credito.
Nel primo semestre dell’anno in corso sono state aperte in provincia di Salerno 123 procedure fallimentari, per un aumento pari al 56% rispetto allo stesso periodo del 2013, a fronte di un andamento nazionale più contenuto (Italia 18,5%). La maggior parte delle procedura salernitane, oltre i due terzi, ha riguardato società di capitali, tra le quali il fenomeno continua a crescere a ritmi sostenuti.
Sull’aumento dei fallimenti registrati nel semestre pesa il contributo del commercio, che rappresenta il 34% delle aperture totali. Significativa anche l’incidenza relativa di manifattura (23%) e costruzioni (20%). Sono proprio le procedure fallimentari di attività edili a conquistare il triste primato di crescita nel primo semestre dell’anno, raddoppiando rispetto allo stesso periodo del 2013.


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