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Le PMI protagoniste della ripresa economica italiana

Parte da Napoli una nuova politica industriale in grado di mettere le piccole e medie imprese al passo con i mercati nei prossimi vent’anni, sostenendole nei processi di miglioramento produttivo affinché diventino motori d’innovazione e di crescita del territorio. Un percorso obbligato per lasciarsi alle
spalle la crisi e intraprendere una nuova stagione che le veda protagoniste nel Paese. E’ questo l’obiettivo di Confindustria che accende a Napoli, il 3 e 4 ottobre con il Forum di Piccola Industria dell’organismo di viale dell’Astronomia, i riflettori su quella che sarà la chiave di volta dell’economia italiana; un evento in concomitanza con la “Settimana delle Pmi” promossa dalla Commissione europea, che farà per l’occasione della città partenopea la “Capitale d’Europa delle Pmi”.

E di politica industriale si parlerà anche il 24 e 25 ottobre al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria che si trasferisce nuovamente a Napoli, in attesa di ritornare sull’isola azzurra, per testimoniare la vicinanza a Città della Scienza, dopo il rogo dello scorso anno, e “per tenere alta la tensione su Bagnoli, dove si può sviluppare realmente una grande economia per il territorio e la regione”, come ha affermato il presidente di Piccola Industria di Unindustria, Paolo Minucci Bencivenga. Crescere e competere, dunque, nei piani degli imprenditori.

Ma nulla di questo è però possibile senza innovazione. Ed in Campania le imprese che innovano e che creano valore aggiunto e ricchezza per tutti sono frenate irrimediabilmente dalla crisi.
“Se un’impresa resta ferma è destinata a soccombere. E perché questo non avvenga il Paese deve fare in modo che le imprese possano investire ed innovare per crescere insieme al territorio con politiche adatte e senza demagogia o troppi tavoli”, ha affermato Alberto Baban, presidente di Piccola Industria di Confindustria. 
Una strada sempre più urgente e necessaria anche a leggere un recente rapporto di Ambrosetti che piazza l’Italia al penultimo posto su nove nazioni prese a campione e la Campania ancora più indietro a livello regionale per la bassa attrattività di capitali, simbolo di un “ecosistema imprenditoriale in grave difficoltà”, ha aggiunto Baban. Eduardo Cagnazzi

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