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Riqualificazione urbana come “motore di crescita del Mezzogiorno”


Rigenerare le città del Mezzogiorno attraverso un progetto di riqualificazione urbana capace di creare anche nuove iniziative imprenditoriali e dare fiato ad un settore, le costruzioni che è in rosso dall’inizio della crisi. Un
progetto di rigenerazione urbana in grado di frenare anche le migrazioni dal Sud verso il Nord soprattutto di giovani che fuggono per mancanza di lavoro: oltre 420mila negli ultimi dieci anni le migrazioni dalle città del Sud con oltre 150mila abitanti, pari ad un crollo del 13%: Napoli perde quasi 43mila abitanti, Palermo oltre 29mila, Bari resta stazionaria con 600 persone in meno.

Dati drammatici che hanno indotto la Svimez a mettere mano ad un primo piano d’intervento, come dichiara il suo direttore, Riccardo Padovani, per “attrarre capitali finanziari, risorse umane qualificate e nuovi settori ad alta tecnologia per invertire i fenomeni di degrado”, trasformando il “deficit urbano in un’opportunità di sviluppo e di ripresa della crescita” e per arrestare il “vero e proprio tsunami che potrebbe abbattersi nel Mezzogiorno con la perdita di 2,7 milioni di persone nei prossimi trent’anni costrette ad emigrare nelle regioni più forti per mancanza di lavoro”.

Da qui la proposta di Svimez di un piano di riqualificazione urbana come “motore di crescita delle città del Mezzogiorno”, sostiene Adriano Giannola, presidente dell’associazione, e che punta su “interventi a sostegno della mobilità sostenibile, della riduzione del traffico, dell’efficienza energetica degli edifici, del miglioramento dei cicli dell’acqua, dei rifiuti, delle energie rinnovabili e della logistica. Un piano che vede coinvolta l’area metropolitana di Napoli, la città di Crotone come centro di medio-piccole dimensioni, un’area interna dell’Appennino centrale e il porto di Gioia Tauro.

 “Dire perché Napoli è del tutto superfluo”, commenta l’urbanista Alessandro Bianchi, docente presso l’università Mediterranea di Reggio Calabria. “la città partenopea è una sorta di enciclopedia vivente che contiene in sé tutti gli elementi positivi e negativi che caratterizzano un caso esemplare di città su cui intervenire in termini di rigenerazione: il degrado edilizio, la perdita della forma urbana, l’inquinamento e lo smaltimento dei rifiuti sono solo alcuni degli elementi negativi; mentre quelli positivi sono di straordinaria portata, ma vengono oscurati da quelli negativi. Come lo scenario ambientale e paesaggistico di incomparabile bellezza, una posizione strategica al centro del Mediterraneo, un vasto retroterra, il porto”.
 Eduardo Cagnazzi
 (leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Maggio 2014)

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