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Semplificazione burocratica e investimenti mirati per un piano della logistica

Intervista a Riccardo Fuochi, presidente The International Propeller Club Port of Milan.
Presidente Fuochi quale la sua visione per il futuro del sistema Portuale italiano?
Ritengo che si debba andare verso un ragionamento integrato fra porto e retroporto in maniera da creare delle grandi aree logistiche che possano essere competitive sia nei confronti del Nord Europa sia del Mediterraneo.
La ricetta è semplice e nota: semplificazione burocratica in primis, tempi certi e investimenti mirati in un piano di logistica e di “logica” nazionale. La mia riflessione è che nonostante la conformazione geografica del nostro Paese è antieconomico che porti fra loro vicini lavorino sulle stesse tipologie di traffici. Quindi bisogna specializzarsi.
Cosa pensa poi del Gigantismo Navale?
Questo fenomeno modificherà in modo sostanziale la portualità mondiale: le compagnie  indirizzeranno le loro navi verso i porti che potranno  accoglierle e che disporranno di un retroterra adeguato a gestire e movimentare volumi sempre più crescenti  Questo porta automaticamente ad una ricetta con alcuni punti essenziali: è fondamentale sviluppare una una visione geografica moderna ed in  linea con le nuove direttrici di traffico ed il  gigantismo, individuare dei porti realmente strategici e competitivi, razionalizzare il numero degli scali su cui concentrare le poche risorse e lo sviluppo di collegamenti ed infrastrutture logistiche adeguate.

Un altro tema che sta a cuore al Propeller Milanese è quello di Expo 2015 con il progetto Minova

Si è vero e l’obiettivo è lanciare una collaborazione fra il Porto di Genova ed i network esistenti integrando sistemi informativi e procedure e coinvolgendo maggiormente i terminal  interni che possono avere un ruolo strategico come Novara,  Mortara, Melzo Busto Arsizio, Segrate, Piacenza  che a fronte di un simile progetto potrebbero sviluppare volumi di traffico importante pari a quello che oggi movimentano con il terrestre. Per questa ragione la necessità del terzo valico è chiara a tutti: attraverso un collegamento veloce le aree di Milano e Genova si potranno saldare e realizzare una macrocittà del mare e delle Merci.

(leggi l’intervista completa su Porto&diporto edizione Dicembre)

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