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Porti fra alleanze trasversali e voglia di cambiamento

Il Presidente Galliano Di Marco si dissocia da Assoporti mentre protesta il Presidente Anci, Alessandro Cosimi. Non si erano ancora spenti gli echi della protesta per i finanziamenti miliardari del CIPE ai porti, soprattutto per quelli ingenti destinati agli scali non inseriti nella
rete europea Ten-T, che l’annuale assemblea  di Assoporti ha riaperto i fronti della politica portuale. Il luogo del contendere è stata la sede di Roma Eventi nel prestigioso Palazzo della Pontificia Università Gregoriana, l’occasione l’Assemblea Assoporti che, assente il consueto moderatore Oscar Giannino, ha visto relazioni di prestigiosi esperti.

Ha smosso le acque l’arrivo del Ministro Maurizio Lupi che con toni forti ed accesi ha dato lezioni di portualità a tutti gli onorevoli presenti, compresi quelli con la O maiuscola che la Riforma la seguono da tempo dagli scranni parlamentari e in Commissione Trasporti. Fuori dal coro, solo per fare un nome, il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco, che ha disertato l’Assemblea in coerenza con il suo pensiero.

Più volte e in più occasioni Di Marco senza perifrasi ha rotto gli indugi annunciando fra l’altro la sua uscita dal Direttivo dell’associazione. Peraltro già divisa dai fronti politici di appartenenza dei Presidenti: si sa che conta più lo schieramento politico che un bel curriculum nello shipping. Ma le divisioni sono anche fra grandi e piccoli scali, fra “sistemi portuali” ad Est ed Ovest, fra porti del Nord e del Sud, insomma le alleanze nascono e si sciolgono in un batter d’occhio.

Il Sole 24 Ore, il SecoloXIX ed altri media in coro, non sono rimasti sordi alle difficoltà che il mondo portuale sta affrontando e qui la polemica si è scatenata. Non tutti anche se assonnati dai rimandi e dai buoni propositi mai realizzati, sono acquiescenti. Intanto il mondo va avanti. Lor signori se ne sono accorti? Il Ministro Lupi sostiene di sì e indica correttivi ma senza sanare le ferite. Per Di Marco, Assoporti non svolge più la sua funzione propositiva: due presidenti con un incarico a tempo limitato e cinque vicepresidenti, sostiene, ricordano metodi “sudamericani”.

Un contentino a tutti per mantenere gli equilibri. Secondo Di Marco la soluzione sarebbe un Presidente “tecnico” ed esperto, non frutto dell’alternanza destra sinistra, che guidasse a tempo pieno l’Associazione, rinnovata nei metodi e negli obiettivi. Un’Assoporti 2.0 per stare al passo con un mondo in continua evoluzione. Ultima “perla” che indigna Di Marco è stata la conferma di Massidda come vicepresidente dell’Associazione, in barba alla sentenza del Consiglio di Stato che lo fa decadere da Presidente dell’Authority di Cagliari.
(leggi l’articolo completo sulla prossima edizione di Porto&diporto)
Patrizia Lupi

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