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ALIS e Marevivo impegnati sullo stesso fronte


3 ottobre 2018 -
“L’azione di ALIS e dei suoi associati ha contribuito sensibilmente a far crescere nel 2017 l’intermodalità in Italia di ben il 13%. Questo dato, da solo, ha comportato lo scorso anno la riduzione dell’emissione di quasi un milione di tonnellate di Co2. La sostenibilità ambientale è certamente uno dei nostri macro-obiettivi, e mi sembra doveroso e opportuno cercare di fare “sistema” con chi opera, come Marevivo, da tanti anni, in maniera concreta, lungimirante e persuasiva, sul fronte dell’ecosostenibilità. Sono molti gli scopi condivisi dalle nostre due realtà associative e sono sicuro che riusciremo insieme a mettere in piedi progettualità importanti per la salvaguardia dell'ambiente ”.
 E’ quanto ha detto Marcello Di Caterina, direttore generale di ALIS (Associazione Logistica Intermodalità Sostenibile) che ha preso parte nel corso della “Naples hipping Week” ad un affollatissimo convegno a bordo della Nave della Marina Militare Amerigo Vespucci, intitolato “Blu Jobs – dall’archeologia subacquea alla tutela ambientale”, Tra i partecipanti l’Ammiraglio Comandante in Capo della Squadra Navale della Marina Militare Donato Marzano, il Presidente dell’AdSP Tirreno Centrale Pietro Spirito, la delegata al Mare del Comune di Napoli, Daniela Villani, il Direttore Marittimo della Campania Arturo Faraone, coordinati da Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, associazione leader in Italia per la tutela dell’ambiente marino e dell’ecosistema in generale.
 “Nel solo 2017– ha continuato il direttore generale di ALIS - insieme ai nostri associati abbiamo sottratto dalle nostre strade, spostando su direttrici intermodali superiori ai 600km, oltre 1.300.000 camion, pari a 35 milioni di tonnellate di merci in meno trasportate sull’intera rete stradale nazionale. Calcolando che il trasporto su gomma è responsabile nel nostro Paese di circa il 30% delle emissioni di anidride carbonica, risulta evidente che i benefici connessi allo sviluppo delle Autostrade del mare e del trasporto intermodale vanno analizzati oltre che in termini di contributo alla crescita economica, anche e soprattutto come azioni volte alla sostenibilità ambientale ad essi associati. Ma non solo. Siamo anche certi che in particolare l’implementazione dell’intermodalità marittima, porti per le nuove generazioni alla creazione di nuovi modelli di lavoro. Oggi in Europa sono oltre 250mila gli occupati presso vettori, gestori di infra-strutture di rete e terminali: calcolando che in base alle direttive dell’ UE entro il 2030 il 30% delle merci che percorre più di 300km dovrà viaggiare intermodale, per arrivare al 50% entro il 2050, mi sembra evidente che lo sviluppo del settore debba essere un’ovvia conseguenza”.

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