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Formazione continua: non siamo più fanalino di coda in Europa


27 settembre 2017 - Nel 2016/2017 per la prima volta la formazione continua nelle aziende italiane raggiunge la media europea. Ed a trainare sono le regioni meridionali. I dati presentati nel Libro Bianco della Formazione presso ExpoTraining, FieraMilano, 25 e 26 ottobre. L'Osservatorio ExpoTraining da oltre 7 anni fotografa la situazione della formazione nelle imprese italiane e da oltre 5 anni denunciava la scarsa attenzione degli imprenditori, che notoriamente era tra i paesi europei nei quali si faceva meno formazione.

Si utilizza il passato, perché c'è una novità per molti versi inaspettata: la formazione continua nelle imprese italiane, che pure cresceva ma a ritmi estremamente lenti, pare aver messo finalmente il “turbo” e tra il 2016 ed il 2017 i dati “di prospettiva” sembrano attestare che in Italia finalmente la formazione si stia diffondendo, raggiungendo la media europea.

Nel dettaglio: in Italia si spende per la formazione circa il 4%, un punto sotto la media europea. Ma i dati della “formazione continua” nelle imprese fino al 2015/2016 (su un panel di 500 PMI e microimprese intervistate ogni anno con metodo CAWI) indicavano che solo il 55% delle aziende avevano organizzato o stavano organizzando corsi per i propri dipendenti, inferiore alla media europea del 61%.

Ma nella rilevazione di quest'anno la sorpresa: tra corsi di formazione effettivamente usufruiti, quelli organizzati per il resto dell'anno o programmati per il 2018, le imprese che hanno deciso di scegliere la formazione sono salite al 59%, sostanzialmente in media con l'Europa. Anche i dati di adesione ai Fondi Interprofessionali sono estremamente incoraggianti: oltre il 70% delle PMI ha aderito, per oltre l'85% dei lavoratori dipendenti.

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