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Trasportounito: le logiche di spartizione nei porti


19 aprile 2017 - No a nomine imposte dall’alto e compiute sulla base di una logica di spartizioni gestita dall’Albo nazionale dell’autotrasporto. Trasportounito scende in campo sul tema della riforma portuale esprimendo un giudizio complessivamente negativo anche per il processo di statalizzazione e pubblicizzazione che sembra prevalere all’interno della riforma stessa e chiede un’immediata revisione dei criteri in base al quale verrà scelto il rappresentante degli autotrasportatori sia negli organismi di partenariato della risorsa mare sia nei tavoli di concertazione all’interno delle singole Autorità di sistema portuale.
 “Ancora una volta - sottolinea Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, che ha inviato al ministro dei Trasporti e ai presidenti delle Autorità una lettera/denuncia - evidenziamo come la scelta del rappresentante dell'autotrasporto, a differenza delle altre rappresentanze imprenditoriali, sia affidata al Comitato Centrale dell'Albo degli Autotrasportatori; un organismo, questo, che anche in passato ha sempre gestito questo “diritto” a definire la rappresentanza sulla base di una logica di spartizione centralizzata; che nella stragrande maggioranza dei casi non ha nulla a che vedere con l'effettiva rappresentanza territoriale”. Nella storia delle Autorità portuali, questo tipo di scelta confermata da atto normativo, si è dimostrata tutt'altro che utile alla comunità portuale per almeno tre ordini di motivi: le assenze dei rappresentanti designati alle riunioni del Comitato; la totale assenza di un contributo fattivo e concreto a causa della scarsa conoscenza delle tematiche in campo e il mancato coinvolgimento delle organizzazioni territoriali. Giudizio totalmente negativo quindi, quello di Trasportounito per quella che è di fatto una “appropriazione indebita” della rappresentanza della categoria attraverso “il mantenimento e la perpetuazione nel tempo - è sottolineato nella lettera al ministro - di quelle logiche e di quegli schemi che garantiscono la sola sopravvivenza a sovrastrutture costose, spesso inutili e ripetitive, certo senza alcuna connessione con il territorio e con il tessuto economico del paese, come è il Comitato Centrale dell'Albo degli Autotrasportatori”.

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