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Sistema Moda Campania: crescere con l’internazionalizzazione


15 aprile 2016 - L’industria italiana del Tessile-Abbigliamento, secondo le stime elaborate da SMI, dovrebbe archiviare il 2015 con un fatturato in aumento del +1,1% su base annua, con una aspettativa favorevole caratterizzata da una moderata crescita anche per il 2016. In questo scenario, anche il Sistema moda in Campania, contraddistinto da più di 4.130 aziende attive nel comparto del Tessile-Abbigliamento, di cui più di 3.500 attive nella confezione/abbigliamento, dislocate soprattutto tra Napoli e provincia, Salerno e Caserta, si conferma una delle eccellenze nell’intero panorama del fashion system italiano ed internazionale.

 Di prospettive del settore e della necessità di incrementare l’internazionalizzazione delle imprese del Sistema Moda che operano sul territorio campano si è parlato ieri, presso la sede dell’Unione Industriali di Napoli, nell’ambito del Convegno dal titolo “Internazionalizzare per crescere e competere nel settore della Moda” organizzato da UniCredit e Unione Industriali di Napoli. La Campania è la quinta regione in Italia per numero di aziende attive nel Tessile-Abbigliamento, prima tra quelle del Sud. Buono anche l’andamento dell’export: nel 2015 l’export di Tessile-Abbigliamento dalla Regione Campana si è avvicinato ai 600 milioni di euro ed ha evidenziato una crescita del +1,9% su base annua, in linea con la media nazionale.

L’export del solo abbigliamento ammonta a 494 milioni di euro (pari, quindi all’82,6% del totale), in aumento del +1,8% rispetto al 2014. Il 75% circa dell’export regionale è assicurato dalla provincia di Napoli (pur stabile nel 2015), ma anche il territorio di Caserta (+11,4%) e di Salerno (+8,1%) risultano interessati da dinamiche di crescita molto vivaci. L’import ha invece superato il miliardo e quattro cento milioni. «La crescita del comparto sul nostro territorio – ha dichiarato Maurizio Marinella, Presidente Sezione Sistema Moda dell'Unione Industriali di Napoli ¬– può essere favorita da un associazionismo intelligente, che promuova l’aggregazione e le sinergie tra le imprese, e nel contempo definisca intese con interlocutori finanziari che consentano di puntare ad ampliare su scala globale il raggio d’azione di tante realtà produttive qualificate ma condizionate da problemi di dimensione e di capitalizzazione. Iniziative come quella odierna contribuiscono allo scopo».

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