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Cai, dopo anni di tagli torna il finanziamento


19 dicembre 2015 - Il presidente generale del CAI Umberto Martini esprime soddisfazione per l’inserimento nella legge di stabilità delle risorse per il finanziamento delle attività del CAI. Il presidente concorda con quanto afferma l'on. De Menech in merito ad alcune polemiche apparse sulla stampa in questi giorni in merito ai fondi per il CAI.
 “Per prima cosa – dichiara Martini - voglio ringraziare l'on Roger De Menech, vicepresidente del Gruppo interparlamentare per lo sviluppo della montagna, per l'emendamento che ha consentito di riportare nella legge di stabilità il finanziamento per il CAI. Oltre a lui, il mio grazie va anche ai parlamentari di tutte le forze politiche che lo hanno sostenuto in Commissione bilancio. E' noto che il CAI è un ente di diritto pubblico di natura associativa che opera in favore di tutta la collettività - prosegue Martini - e non solo di alpinisti e escursionisti. Sono migliaia i volontari del CAI, accompagnatori, istruttori, studiosi e soccorritori che mettono la loro competenza a disposizione dei frequentatori delle montagne e delle popolazioni delle terre alte. Garantiamo rifugi, bivacchi, manutenzione della rete sentieristica, formazione, monitoraggio, ricerca scientifica, difesa dell'ambiente e soccorso alpino, solo per citare alcune delle nostre attività”.
 “Dopo anni di tagli che avevano azzerato i finanziamenti, finalmente – afferma Martini - si è tornati a riconoscere l'importanza per il nostro Paese delle attività del Club alpino italiano e dei suoi volontari insieme alla necessità di sostenere la montagna anche attraverso il lavoro di chi, come noi, le si dedica a favore di tutti. Sostegno che è sancito nell'articolo 44 della Costituzione Italiana. Le affermazioni strumentali apparse in questi giorni sulla stampa sono dovute a una evidente scarsa conoscenza della materia e del Club alpino italiano. Voglio infine ringraziare tutti i nostri 310.000 soci per l’impegno e il lavoro che ogni giorno svolgono per la tutela della montagna, per consentirne una frequentazione libera, responsabile e sostenibile”.

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