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Col fiato sospeso


La testa della flotta è ormai passata oltre la punta settentrionale della nuova Zelanda, Auckland dista poco più di 125 miglia, ma la notte che separa i sei team dalla linea del traguardo di Auckland sarà
tutto tranne che tranquilla. Vento leggero, correnti e maree per le ultime ore e nulla può essere dato per certo. E' ormai evidente che bisognerà aspettare fino a domani, per sapere chi fra Abu Dhabi Ocean Racing, MAPFRE e Dongfeng Race Team potrà festeggiare nella City of Sails, teatro di tante storiche battaglie. Un finale tutto da seguire in diretta streaming e sulla cartografia elettronica.

 I primi tre sono entrati stamane nell'aria leggera e la classifica è di nuovo cambiata, in in testa rimane Abu Dhabi Ocean Racing mentre in seconda posizione sono risaliti gli spagnoli di MAPFRE, che hanno superato Dongfeng Race Team. Però le tre barche navigano in sole tre miglia, hanno prue differenti e sono separate lateralmente di una decina di miglia. Di fronte a loro hanno la navigazione lungo la costa fino a Cape Brett in notturna, il che significa che potrebbe essere meno rilevante l'effetto termico della terra.

E, tuttavia le ultime 100 miglia saranno percorse di giorno e quindi gli effetti del vento locale potrebbero avere un'importanza decisiva. Come scrive nel suo blog l'onboard reporter di Abu Dhabi Ocean Racing Matt Knighton: “Sarà una lunga notte!” Alle spalle del terzetto di testa c'è Team Alvimedica, che ha ancora qualche nodi di aria in più e cammina un poco più veloce cercando, e sperando, di poter rientrare sui primi nel tratto finale fino ad Auckland magari sfruttando la conoscenza delle situazioni locali dei due velisti kiwi a bordo, il watch captain Ryan Houston e il prodiere Dave Swete.

Il giovane team guidato dallo skipper Charlie Enright, e con cui regata il solo velista italiano Alberto Bolzan, è riuscito a mettere fra sé e gli olandesi di Team Brunel una cinquantina di miglia e più di 63 su Team SCA. Racconta Amory Ross da bordo di Alvimedica: “Stanotte saremo vicino a terra e se le condizioni saranno di aria leggera come previsto, potremo forse prendere qualche rischio in più per cercare di attaccare il podio, avendo un buon margine su Brunel. Ma si tratta sempre di un equilibrio fra coprirsi dagli inseguitori e la ricerca di una via per sorpassare chi sta davanti.”

La situazione insomma è ancora tutta da definire e il finale si prospetta emozionante, con distacchi minimi. Come, del resto è quasi tradizione ad Auckland, che nel corso degli anni è sempre stata palcoscenico di arrivi che sono rimasti nella storia. Uno fra tutti quello dell'edizione 1989/90, con l'incredibile colpo di scena fra i due maxi ketch Steinlager 2 di Peter Blake (ai tempi non ancora baronetto) e Fisher and Paykel guidato da Grant Dalton.

Una lotta fratricida fra due skipper kiwi, che si risolse solo nelle ultime centinaia di metri, sotto gli occhi di oltre duecentomila fan venuti ad accogliere i loro eroi di casa, dopo una battaglia durata oltre 3.500 miglia nella quarta tappa da Fremantle in Australia ad Auckland. Un momento storico, come le immagini video dell'epoca commentate dal famoso giornalista neozelandese Peter Montgomery, che vide la vittoria di un soffio di Steinlager 2, e perchè Fisher and Paykel fu investito da una raffica violenta che non permise all'equipaggio di ammainare il grande spinnaker, Era la prima volta che una barca kiwi vinceva nelle acque di casa e lo skipper Peter Blake dichiarò: “Credo sia valsa la pena di aspettare 17 anni!”

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