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Intesa Sanpaolo: risultati consolidati al 31 dicembre 2013


I risultati del Gruppo nel 2013 riflettono un contesto di mercato difficile e l’attuazione di una politica particolarmente rigorosa e prudenziale. Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha ulteriormente rafforzato lo stato
patrimoniale già solido e in particolare gli accantonamenti, pur in presenza di segnali di stabilizzazione nel trend del credito, anche in previsione della verifica della qualità degli attivi (AQR) e dello stress test che verranno condotti nel corso del 2014 sulle banche europee dalle autorità preposte. Patrimonializzazione assai solida e in ulteriore miglioramento: ulteriormente rafforzati i coefficienti patrimoniali (già su livelli largamente superiori ai requisiti normativi) al 31 dicembre 2013, tenendo conto dei dividendi maturati nell’anno.

 Il common equity ratio pro-forma Basilea 3 a regime è salito al 12,3%(8), dal 10,6% di fine 2012, livello top tra le maggiori banche europee ed equivalente a circa 8 miliardi di euro di capitale in eccesso(9) e a circa 11 miliardi di euro di buffer di capitale per l’AQR (10). Il Core Tier 1 ratio - escludendo il beneficio derivante dalla partecipazione in Banca d’Italia - è salito all’ 11,9% dall’ 11,2% di fine 2012, considerando il regime di deduzione degli investimenti assicurativi in vigore fino al 31 dicembre 2012, ed è risultato pari all’ 11,3% considerando il nuovo regime(11).

 L’elevato capitale in eccesso permette un’ampia flessibilità strategica, anche nel quadro del Piano di Impresa 2014-2017 approvato ieri: crescita, distribuzione agli azionisti, buffer virtualmente illimitato rispetto a qualsiasi esercizio di AQR / altra regolamentazione. Elevata liquidità e forte capacità di funding: attività liquide per 124 miliardi di euro ed elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, corrispondenti a una liquidità di 88 miliardi, a fine dicembre 2013; rispettati già oggi i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulle date previste per l’entrata in vigore a regime (2019 e 2018, rispettivamente); Intesa Sanpaolo “non dipendente” dalla BCE: nel 2013 rimborso anticipato integrale della LTRO con scadenza a 3 anni posta in essere nel 2011/2012 per complessivi 36 miliardi.


 Conti correnti e depositi da clientela in crescita del 4,5% rispetto a fine 2012. Forte crescita dell’ammontare di risparmio gestito: aumento di circa 27 miliardi di euro nel 2013. Sostenuta dinamica delle commissioni nette: 6.149 milioni nel 2013, in aumento del 12,8% rispetto al 2012.
● elevata efficienza, con un cost/income al 51,3% nel 2013, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
 ● forte riduzione dei costi operativi: -6,3% nel 2013 rispetto al 2012, con un risparmio nominale di 561 milioni di euro;
 ● politica di accantonamenti particolarmente rigorosa e prudenziale: - stanziamenti a fronte dei rischi creditizi per 7.131 milioni di euro nel 2013, in crescita del 51,3% rispetto al 2012, - un livello di copertura specifica dei crediti deteriorati in crescita al 46% a fine 2013, rispetto al 42,7% di fine 2012 (media dei concorrenti italiani: 37% nel quarto trimestre 2013), con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze salita al 62,5% a fine 2013 dal 60,5% di fine 2012, - un livello di copertura complessiva dei crediti deteriorati, considerando le garanzie reali, pari al 128% a fine 2013 (al 137% considerando anche le garanzie personali), con una copertura complessiva della componente costituita dalle sofferenze pari al 129% (al 137% considerando anche le garanzie personali), - un robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, salito a 80 centesimi di punto a fine 2013 da 76 centesimi a fine 2012 (media dei concorrenti italiani: 59 centesimi di punto nel quarto trimestre 2013);
 ● segnali di stabilizzazione nel trend del credito, con flussi lordi di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis per 15,6 miliardi di euro nel 2013, rispetto ai 15,4 miliardi del 2012;
 ● criteri di prudenza per l’impairment test, sulla base di uno scenario previsionale di medio termine conservativo, adottato come riferimento per il Piano di Impresa 2014-2017 del Gruppo, alla luce del contesto di politica monetaria e delle notevoli incertezze che caratterizzeranno l’andamento dell’economia europea nei prossimi anni.

Ne è conseguito un impairment di goodwill e altre attività intangibili di significativa entità, ossia un ammontare complessivo di rettifiche di valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali pari a circa 6,8 miliardi di euro ante imposte (svalutazione del 51%) - di cui circa 4,7 miliardi relativi ad avviamento (svalutazione del 55%), 0,5 miliardi a brand name (21%) e 1,6 miliardi a core deposits (azzeramento) - e a circa 5,8 miliardi al netto delle imposte (di cui circa 3,9 miliardi registrati dalla Divisione Banca dei Territori, 1,1 miliardi dalla Divisione Corporate e Investment Banking, 0,7 miliardi dalla Divisione Banche Estere e 29 milioni da Banca Fideuram), a fronte di operazioni prevalentemente carta contro carta. Per il Gruppo l’impairment ha peraltro effetti solo sulle scritture contabili e nessun impatto sul cash-flow, sulla liquidità, sulla solidità patrimoniale e sui coefficienti patrimoniali e nessuna influenza sulla redditività prospettica;

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